Autore: Donata
Training autogeno
Mai come in questi ultimi due anni sempre più persone sentono la necessità di imparare a rilassarsi, staccare la spina, migliorare la qualità del sonno, gestire l’ansia e gli attacchi di panico…
Il training autogeno può aiutare in tutte queste situazioni, è un metodo di facile utilizzo alla portata di tutti.
Ideato da Schultz nel 1932, il training autogeno é un allenamento al rilassamento psico-fisico. Gli effetti sono immediati e, una volta appresi tutti gli 8 esercizi, la persona é autonoma e può mettere in pratica quanto appreso ogni volta che ne avverte il bisogno: a casa o in ufficio, sui mezzi pubblici o dal dentista.
Gli incontri saranno in presenza (in caso di quarantene si attiverà la modalità on line), si richiede un materassino e abbigliamento comodo.
Per informazioni o iscrizioni scrivi a info@associazionecado.it
Laboratori di arte
Associazione CADO e Lateral propongono un ciclo di incontri il sabato pomeriggio con Paola Bassoli per conoscere quanto è vasto il mondo dell’arte: collage e costruzione per conoscere il mondo del cibo da un altro punto di vista e materiali comuni usati in modo diverso per “allenarci” alla curiosità e alla scoperta.
I posti sono limitati! Vale l’ordine di iscrizione.
Per riservare il posto compila il seguente form: https://forms.office.com/r/X8StS1Q9tt
Grafomotricità
La grafomotricità è un insieme di attività grafico – espressive che accompagna il bambino nella trasformazione del semplice gesto grafico dello scarabocchio nei simboli grafici che costituiscono i prerequisiti della scrittura.Questo laboratorio è specifico per i bambini che hanno delle fatiche sul piano grafo-motorio o che vogliono migliorare questo aspetto.Durante i laboratori di grafomotricità si andrà a lavorare su tutti i prerequisiti della scrittura, per potersi avvicinare con gradualità e rispettando i tempi di ciascun bambino, all’aspetto prettamente grafico/pittorico/scrittorio mediante:
– tecniche pittografiche
– tecniche scrittografiche
– attività di prescrittura
Presentazione online gratuita martedì 18 Gennaio alle ore 21.00 tramite piattaforma Meet.
Link per partecipare https://meet.google.com/cwv-dfdu-zfi
CALENDARIO DATE: 1, 8, 15, 22 Febbraio – 1, 8, 15, 22, 29 Marzo – 12, 26 Aprile
Il gruppo sarà costituito da massimo 6 bambini.
I posti sono limitati, pertanto vale l’ordine di iscrizione.
Per riservare il posto è necessario compilare il seguente form: https://forms.office.com/r/N8mEYQsePh
Psicomotricità di gruppo
Per bambini dai 3 ai 6 anni, inclusi i bambini che sono al primo anno di scuola primaria!
CALENDARIO DATE: 28 Gennaio – 4, 11, 18 e 25 Febbraio – 11, 18 e 25 Marzo – 1 e 8 Aprile
I gruppi saranno costituiti per età e seguendo le caratteristiche di ciascun bambino. Max 6 bambini per gruppo.
I posti sono limitati pertanto vale l’ordine di iscrizione.
Per riservare il posto è necessario compilare il seguente form: https://forms.office.com/r/yY0JrMFZ2c
Carnevale: perché i bambini amano i travestimenti?
Sta arrivando il Carnevale…. la seconda festa preferita dai bambini (ovviamente al primo posto troviamo il Natale per merito della quantità di nuovi giochi che ricevono).
Travestirsi è certamente uno dei giochi preferiti dai bambini, ma non è da sottovalutare la componente psicologica che ne è alla base.
Innanzitutto diventare un personaggio diverso permette di sviluppare nuovi aspetti della personalità, conoscendo e sperimentando altre caratteristiche del proprio “io” e ad agire attraverso di esse. Indossare un abitino da Spiderman o da Zorro può, quindi, aiutare un bambino solitamente timido ed insicuro ad acquisire fiducia in sé stesso e nelle sue capacità.
Quando il bambino è piccolo, spesso non ha preferenze particolari riguardo il personaggio o l’animale che potrà “interpretare”, a volte in questa fase può anche non amare il travestimento e soprattutto il trucco, poiché non riconoscere il proprio volto può far nascere paure ed insicurezze. In questo caso è importante non forzare il bimbo, abbiamo tanti anni davanti per poterci sbizzarrire in cui egli stesso non vedrà l’ora di indossare maschere e abiti colorati!
E’ intorno ai tre anni che il bambino diventerà più partecipe nella scelta del costume attendendo il Carnevale con ansia e trepidazione.
La scelta del costume, e volendo anche la creazione, favorisce lo sviluppo della fantasia e l’immaginazione nel bambino. Il Carnevale, infatti, può diventare un’ottima occasione per trascorrere del tempo insieme al nostro bimbo creando il costume dei suoi sogni su misura, dalla progettazione alla realizzazione.
Non è necessario essere sarte esperte, con qualche scampolo di tessuto, lustrini, carta crespa o altro materiale di recupero, ovviamente accompagnati da tanta immaginazione e creatività, si possono ottenere fantastici risultati. Forse il prodotto finito non avrà rifiniture perfette e magari dopo qualche ora di corse sfrenate potrebbe cominciare a perdere qualche pezzo, ma l’orgoglio del nostro bambino nell’indossare un vestito ideato e realizzato da lui non ha prezzo!
Come abbiamo detto, l’atto del travestimento è molto importante per la crescita emotiva e cognitiva del bambino, quindi perché limitarla ad un breve periodo di tempo?
Creare un angolo dei travestimenti in casa è facilissimo, non sono necessari spazi particolari ed oggetti specifici: con semplici accorgimenti è possibile realizzarlo in tutte le case.
Prendiamo innanzitutto un baule, una cassapanca o semplicemente una scatola di cartone (da colorare insieme al piccolo) e “arrediamolo” liberando la nostra fantasia: sciarpe, maglie (anche se un po’ sgualcite i nostri bimbi non se ne preoccuperanno), scarpe, ma anche grembiuli, guanti o cappelli, saranno il punto di partenza per diventare personaggi sempre diversi.
Infine non dimentichiamoci dello specchio, è indispensabile affiché il piccolo possa ammirare la sua nuova, ma momentanea, identità!
Buon travestimento!
Presentazione progetto “Contadini in erba” – seconda edizione
🌱 Per bambini dai 3 agli 11 anni
🌱 n.8 incontri di 1 ora e mezza il sabato mattina ogni due settimane
🌱 Due turni: 9:00-10:30 e 11:00-12:30
🌱 I bambini avranno la possibilità di scavare, seminare, innaffiare e vedere germogliare il frutto del loro lavoro in un contesto di piccolo gruppo, seguiti da personale qualificato
VI ASPETTIAMO IN ASSOCIAZIONE 😃
Per iscrizioni mandare una mail a info@associazionecado.it il modulo iscrizione e privacy che trovate qui sotto:
Lo scarabocchio
“Il disegno di un bambino è bello anche quando è brutto, perché nel farlo il bambino ha usato energia creatrice.
Crescendo ci si vergogna di creare: si preferisce distruggere, deridere, insultare.
Così si finisce per credere che la creatività sia un dono riservato a pochi eletti: gli artisti.
Invece tutti possiamo creare bellezza. Ce ne siamo solo dimenticati”
Massimo Gramellini
Lo scarabocchio è la prima manifestazione artistica nel bambino, il suo mondo che si traduce in linee. Prendere in mano un pennarello e lasciare un segno, trasformare un cerchio in un pesce con un semplice pastello. Lo scarabocchio è la nascita del segno.
La nascita del segno
Il bambino, già dai primi mesi di vita, osserva la realtà che lo circonda e cerca di intereagire con essa. La sua mano è percepita all’ inizio come esterma, viene poi man mano percepita come parte di sé. Le mani diventano strumento di esplorazione e di comunicazione con il mondo.
Le prime tracce grafiche del bambino sono create con saliva, cibo, acqua e sabbia, per esempio. In questa fase, possiamo osservare nel bambino il piacere di sporcare unito al desiderio di lasciare una traccia. Affinché egli possa essere facilitato nella suo percorso di sviluppo grafico, ha bisogno di sperimentare stimolazioni ambientali favorevoli. I bambini che vivono in ambienti privi di stimoli sono poco motivati, a differenza di quelli che hanno la fortuna di avere intorno a sè situazioni facilitanti, che possono dare vita alla comparsa delle prime tracce in età precoce, anche a sei, otto mesi.
Lo stadio dello scarabocchio
Stadio che va dia dicitotto mesi ai due anni. I primi scarabocchi sono spontanei, in quanto nessuno insegna ai bambini a scarabocchiare. I risultati di queste prime tracce sono molto variabili. Esistono varie teorie le quali concludono che lo scarabocchio registri il movimento del braccio. Gli scarabocchi sono il primo passo di avvicinamento al concetto di linee e forme sulla carta e i bambini possono rappresentare oggetti del loro ambiente. All’inizio i movimenti sono molto grossolani poi diventano sempre più raffinati (questo stadio dello sviluppo artistico corrisponde con l’ultima parte del periodo definito senso motorio nello sviluppo cognitivo e anche con l’inizio di quello preoperativo).
Vari studiosi (Lowenfeld 1947 ) hanno tentato di organizzare gli scarabocchi in questi stadi:
Disordinati (caotici e disorganizzati);
Longitudinali;
Circolari (che richiedono un controllo maggiore);
Significanti (passaggio dalla fase cinestetica al quella simbolica)
Rhoda Kellog (1968) ha compiuto studi approfonditi sull’attività grafica infantile e considera gli scarabocchi immagini importanti per lo sviluppo successivo: ipotizza due tipi di scarabocchi: loop e cerchi (movimenti circolari) e linee parallele. La ricerca condotta dall’autrice si basa sullo studio e l’analisi di circa un milione di disegni e scarabocchi eseguiti da bambini di tutto il mondo, dai due agli otto anni.
Tra i tre e i quattro anni
Dopo i due tre anni i bambini arrivano allo stadio simbolico e cominciano ad attribuire un significato agli scarabocchi e possono inventare storie. Chi lavora con i bambini sa quanta fantasia e immaginazione sono capaci di avere.
Verso i tre o quattro anni oltre agli scarabocchi iniziano a comparire anche forme come i mandala ( forme circolari, disegni o motivi )
Interpretazione degli scarabocchi
Il gesto che accompagna lo scarabocchio può darci informazioni sul bambino. Scarabocchi delicati per temperamenti più dolci o segni che bucano i fogli quando l’energia è troppa. Secondo la Oliverio Ferraris (1973) le linee da sole possono esprimere stati emotivi come la tristezza, depressione, gaiezza, fatica o sicurezza: un tipo di scarabocchio con linee spezzate, intersecate, può manifestare un vissuto di rabbia o collera, mentre un tracciato buono caratterizzato da linee curve,arrotondate può corrispondere a vissuti
di tranquillità e soddisfazione.
Aiutare i bambini a disegnare
Come aiutarli quando sono cosi piccoli attraverso i materiali artistici ?
1) Creando uno spazio per loro nella casa dove possano disegnare con tranquillità (un semplice foglio, che puo essere piccolo oppure formato un metro per un metro sul pavimento, a seconda del bambino e delle sue esigenze);
2) Offrendo matitone o pennarelli di vario tipo con colori vivaci;
3) Valorizzando i loro piccoli prodotti artistici appendendoli. Questo semplice gesto aumenta la loro autostima.
4) Standogli vicino quando disegnano e magari scarabocchiando con loro sullo stesso foglio (se gradiscono);
Gli scarabocchi sono storie: l’inizio, l’anello di una lunga catena, come diceva Arno Stern, di piccole o grandi storie che hanno bisogno di essere ascoltate.
Il Cestino dei Tesori
Il bambino nel gioco è “indipendente”; l’adulto ha un ruolo di regia e deve imparare a rimanere sullo sfondo quando il bambino non ha bisogno del suo intervento.
Elinor Goldschmied
Il “Cestino dei Tesori” ideato dalla pedagogista Elinor Goldschmied (un’autrice che ha profondamente innovato la metodologia di lavoro nelle strutture per l’infanzia) e rivolto al bambino/a dai 6 ai 12 mesi circa, consente di disporre di una serie di oggetti raccolti dall’ambiente domestico, accuratamente selezionati per garantire la sicurezza durante la loro manipolazione. Il materiale è messo all’interno di un cestino con sponde alte (questo per permettere al bambino/a di appoggiarsi stabilmente con il braccio e poter prendere da solo gli oggetti all’interno) ed è di vario tipo, forma e grandezza (la grandezza minima deve darci la certezza di non poter essere ingoiato: indicativamente l’oggetto più piccolo può essere delle dimensioni di una noce o di una castagna). Quest’attività diventa un prezioso stimolo sensoriale (oggetti ruvidi, lisci, morbidi, solidi, in legno, stoffa, metallo, pelo, e così via).
Il “Cestino dei Tesori” nasce proprio dall’attitudine esplorativa dei piccolissimi che in questo modo hanno la possibilità di osservare, scegliere, prendere, tenere in mano, portare alla bocca, succhiare, assaggiare, sbattere, lasciare cadere gli oggetti, decidere se riprenderli o se sceglierne altri, ecc…
Per quanto tempo si è detto ai bambini di non mettere le cose in bocca! Certo lo si è fatto giustificandosi con motivazioni relative alla sicurezza e all’igiene.
E’ importante invece capire come, per un bambino di questa età, il “portare gli oggetti alla bocca” rappresenta il canale principale per comprendere come sono fatte le cose che lo circondano; è una tappa essenziale per la sua crescita.
Gli oggetti contenuti nel cesto devono offrire la massima varietà di stimoli ai cinque sensi:
- al tatto, attraverso la diversa consistenza, forma e peso degli oggetti,
- all’olfatto, attraverso la varietà di odori dei materiali,
- al gusto, quest’ambito è più limitato ma i materiali offrono sapori diversi,
- all’udito, attraverso i diversi rumori offerti dalla manipolazione degli oggetti,
- alla vista, attraverso il colore, la forma, la lunghezza e la lucentezza degli oggetti,
A questo scopo nel cesto sono inseriti:
- oggetti di origine naturale: pigne, conchiglie, castagne, pietre di fiume, spugne naturali, gusci di noce di cocco,
- oggetti di materiali naturali: gomitoli di lana/cotone, sottopentola in paglia, pennelli da barba, spazzolino da denti, pettini in legno, spazzole in setole naturali
- oggetti di legno, sonaglini, mollette da bucato, anelli delle tende, cucchiai, portauova,
- oggetti di metallo, mazzi di chiavi, catenelle, fruste da cucina, pentolini, scatole dei sigari, coperchi dei vasetti di marmellata, piccole grattuge, formine per biscotti, tappo da vasca con catenella,
- oggetti in pelle, tessuto, gomma, pelo: piumino per cipria, pezzi di tubi di gomma, palla da tennis, borsette in pelle con cerniera, pacchettini ben cuciti di tessuto con lavanda, timo, chiodi di garofano, calzascarpe di osso.
Il cestino viene proposto durante un periodo della vita del bambino/a caratterizzato da una forte inquietudine e impazienza. Questo stato d’animo è conseguente al veloce sviluppo psico fisico, alla crescente curiosità verso l’ambiente e alla progressiva conquista di nuove abilità motorie.
I momenti che trascorrono tra pappa, sonno e veglia sono sempre più lunghi. Il bambino ha ora bisogno di occuparsi di attività che gli consentono di fare numerose scoperte.
In quest’epoca il cervello del bambino è in grado di assorbire, attraverso l’esperienza sensoriale, il flusso di stimoli proveniente dall’ambiente esterno. Quando non riesce a soddisfare questa spinta verso l’esplorazione (ad esempio, non può raggiungere gli oggetti desiderati, per impedimento motorio o per divieto degli adulti) manifesta uno stato di agitazione e frustrazione. Allunga le braccia e contemporaneamente muove le dita come per afferrare qualcosa, allarga e tende gli arti, diventa nervoso e ingestibile.
A tal proposito, il Cestino dei Tesori offre al bambino piccolo la possibilità di agire in uno spazio esclusivo con gli oggetti del mondo reale capaci di catturare la sua attenzione e dei quali può fare esperienza attraverso il tatto, la vista, il gusto, l’olfatto, l’udito e il movimento.
Quando si trova seduto accanto al cestino, il bambino/a inizia spontaneamente a giocare: afferra un oggetto, lo osserva, lo tocca, emette dei suoni, porta l’oggetto alla bocca, lo lecca, lo lascia cadere, lo spinge con i piedi, ne sceglie un altro dalla cesta, riprende l’oggetto di prima, lo porge a qualcuno, e così via. Quello che possiamo osservare è che, per tutta la durata della sua attività, appare soddisfatto, concentrato e attivo.
L’adulto che si occupa di lui o di un gruppo di bambini ha, durante il gioco, il compito di garantire la sua presenza premurosa e rassicurante, facendo attenzione a non interferire nell’attività del bambino.
Lo stato d’animo di un bambino costantemente interrotto da incoraggiamenti e/o suggerimenti (come l’esortazione a prendere un oggetto, il verbalizzare continuamente le sue azioni o l’incitamento con i vari “bravo”, “continua”, “bene”, ecc.) è simile a quello che possiamo provare quando siamo occupati in qualcosa che ci interessa particolarmente e qualcuno continua a disturbarci.
Impegnati ad esplorare gli oggetti messi a loro disposizione nel cestino, i bambini cercano di comprendere “cosa sono” quelle cose. Il loro grado di concentrazione e attenzione è davvero sorprendente. Osservando il loro comportamento possiamo intuire quand’è il momento in cui hanno bisogno di condividere con noi l’esperienza, ad esempio se ci guardano, ci offrono un oggetto, ci sorridono o ci vengono incontro.
Una risposta attenta, premurosa e poco invadente, sarà il sostegno emotivo adeguato ad incoraggiare e proseguire nel gioco.
La musica dai 3 ai 6 anni
”Pensano che, essendo piccolo e giovane, da me non possa venire niente di grande”
Wolfgang Amadeus Mozart
Così esordiva uno dei più grandi geni della storia della musica, dotato di raro e precoce talento, che lo portò a scrivere le sue prime composizioni musicali a partire dai 5 anni di età. Ma non è necessario avere un bambino con lo stesso talento innato di Mozart per farlo avvicinare alla musica!
Nella fascia tra i 3 e i 5 anni di età, se vogliamo che il nostro bambino continui o inizi a fare musica, possiamo iscriverlo a un corso propedeutico di gruppo dove, insieme ad altri bambini, potrà scoprire l’“universo musicale” in modo divertente e giocoso ma al tempo stesso formativo ed educativo. Questi corsi, tenuti principalmente da associazioni o scuole musicali esterne alle strutture scolastiche, hanno la finalità di stimolare la curiosità dei bambini verso il mondo esterno, sviluppare le loro capacità musicali (il senso ritmico, l’orecchio melodico e armonico, la familiarizzazione con la notazione musicale) e la loro capacità di esprimere sentimenti ed emozioni con e attraverso la musica.
La musica infatti è un’arte “magica” che produce effetti diversi, anche nei bambini piccoli come loro: la musica è capacità di ascolto, è uno stimolo all’immaginazione, è la strada da percorrere per scoprire, provare ed esprimere emozioni, è capacità di percepire lo spazio intorno a se’ e di sperimentarlo danzando e ballando… oppure di sedersi per imparare a rilassarsi.
L’utilizzo della voce, con cui imparare a cantare, e del corpo, con cui muoversi e ballare, è la prima scoperta che il bambino farà partecipando a un corso di propedeutica musicale; scoprirà che la sua voce e il suo corpo sono gli strumenti musicali che rimarranno con lui per tutta la vita, nella loro evoluzione e con il loro cambiamento nel tempo e nello spazio.
In un secondo momento, questi corsi si propongono solitamente di far conoscere i vari strumenti musicali seguendo un percorso graduale e giocoso, che inizia con la presentazione di uno strumento e l’ascolto del suono che produce, prosegue con l’applicazione del disegno e infine con l’imitazione eseguita dal corpo e dalla voce; danzare leggeri al suono di un flauto o usare strumentini ritmici a imitazione di uno strumento a percussione, permette ai bambini di divertirsi, insegna loro a relazionarsi con gli altri e a esprimere il proprio stato d’animo.
L’obiettivo finale del corso è quello di guidare e indirizzare ciascun bambino alla scelta dello strumento musicale per un eventuale percorso futuro. Se questa scoperta si trasforma in attenzione e interesse verso una dimensione musicale, è allora che il bambino chiederà di iniziare a suonare un vero strumento musicale. E come, noi genitori, possiamo aiutarlo a scegliere lo strumento giusto per lui? … lo scopriremo insieme nel prossimo articolo!