Il bambino nel gioco è “indipendente”; l’adulto ha un ruolo di regia e deve imparare a rimanere sullo sfondo quando il bambino non ha bisogno del suo intervento.
Elinor Goldschmied
Il “Cestino dei Tesori” ideato dalla pedagogista Elinor Goldschmied (un’autrice che ha profondamente innovato la metodologia di lavoro nelle strutture per l’infanzia) e rivolto al bambino/a dai 6 ai 12 mesi circa, consente di disporre di una serie di oggetti raccolti dall’ambiente domestico, accuratamente selezionati per garantire la sicurezza durante la loro manipolazione. Il materiale è messo all’interno di un cestino con sponde alte (questo per permettere al bambino/a di appoggiarsi stabilmente con il braccio e poter prendere da solo gli oggetti all’interno) ed è di vario tipo, forma e grandezza (la grandezza minima deve darci la certezza di non poter essere ingoiato: indicativamente l’oggetto più piccolo può essere delle dimensioni di una noce o di una castagna). Quest’attività diventa un prezioso stimolo sensoriale (oggetti ruvidi, lisci, morbidi, solidi, in legno, stoffa, metallo, pelo, e così via).
Il “Cestino dei Tesori” nasce proprio dall’attitudine esplorativa dei piccolissimi che in questo modo hanno la possibilità di osservare, scegliere, prendere, tenere in mano, portare alla bocca, succhiare, assaggiare, sbattere, lasciare cadere gli oggetti, decidere se riprenderli o se sceglierne altri, ecc…
Per quanto tempo si è detto ai bambini di non mettere le cose in bocca! Certo lo si è fatto giustificandosi con motivazioni relative alla sicurezza e all’igiene.
E’ importante invece capire come, per un bambino di questa età, il “portare gli oggetti alla bocca” rappresenta il canale principale per comprendere come sono fatte le cose che lo circondano; è una tappa essenziale per la sua crescita.
Gli oggetti contenuti nel cesto devono offrire la massima varietà di stimoli ai cinque sensi:
- al tatto, attraverso la diversa consistenza, forma e peso degli oggetti,
- all’olfatto, attraverso la varietà di odori dei materiali,
- al gusto, quest’ambito è più limitato ma i materiali offrono sapori diversi,
- all’udito, attraverso i diversi rumori offerti dalla manipolazione degli oggetti,
- alla vista, attraverso il colore, la forma, la lunghezza e la lucentezza degli oggetti,
A questo scopo nel cesto sono inseriti:
- oggetti di origine naturale: pigne, conchiglie, castagne, pietre di fiume, spugne naturali, gusci di noce di cocco,
- oggetti di materiali naturali: gomitoli di lana/cotone, sottopentola in paglia, pennelli da barba, spazzolino da denti, pettini in legno, spazzole in setole naturali
- oggetti di legno, sonaglini, mollette da bucato, anelli delle tende, cucchiai, portauova,
- oggetti di metallo, mazzi di chiavi, catenelle, fruste da cucina, pentolini, scatole dei sigari, coperchi dei vasetti di marmellata, piccole grattuge, formine per biscotti, tappo da vasca con catenella,
- oggetti in pelle, tessuto, gomma, pelo: piumino per cipria, pezzi di tubi di gomma, palla da tennis, borsette in pelle con cerniera, pacchettini ben cuciti di tessuto con lavanda, timo, chiodi di garofano, calzascarpe di osso.
Il cestino viene proposto durante un periodo della vita del bambino/a caratterizzato da una forte inquietudine e impazienza. Questo stato d’animo è conseguente al veloce sviluppo psico fisico, alla crescente curiosità verso l’ambiente e alla progressiva conquista di nuove abilità motorie.
I momenti che trascorrono tra pappa, sonno e veglia sono sempre più lunghi. Il bambino ha ora bisogno di occuparsi di attività che gli consentono di fare numerose scoperte.
In quest’epoca il cervello del bambino è in grado di assorbire, attraverso l’esperienza sensoriale, il flusso di stimoli proveniente dall’ambiente esterno. Quando non riesce a soddisfare questa spinta verso l’esplorazione (ad esempio, non può raggiungere gli oggetti desiderati, per impedimento motorio o per divieto degli adulti) manifesta uno stato di agitazione e frustrazione. Allunga le braccia e contemporaneamente muove le dita come per afferrare qualcosa, allarga e tende gli arti, diventa nervoso e ingestibile.
A tal proposito, il Cestino dei Tesori offre al bambino piccolo la possibilità di agire in uno spazio esclusivo con gli oggetti del mondo reale capaci di catturare la sua attenzione e dei quali può fare esperienza attraverso il tatto, la vista, il gusto, l’olfatto, l’udito e il movimento.
Quando si trova seduto accanto al cestino, il bambino/a inizia spontaneamente a giocare: afferra un oggetto, lo osserva, lo tocca, emette dei suoni, porta l’oggetto alla bocca, lo lecca, lo lascia cadere, lo spinge con i piedi, ne sceglie un altro dalla cesta, riprende l’oggetto di prima, lo porge a qualcuno, e così via. Quello che possiamo osservare è che, per tutta la durata della sua attività, appare soddisfatto, concentrato e attivo.
L’adulto che si occupa di lui o di un gruppo di bambini ha, durante il gioco, il compito di garantire la sua presenza premurosa e rassicurante, facendo attenzione a non interferire nell’attività del bambino.
Lo stato d’animo di un bambino costantemente interrotto da incoraggiamenti e/o suggerimenti (come l’esortazione a prendere un oggetto, il verbalizzare continuamente le sue azioni o l’incitamento con i vari “bravo”, “continua”, “bene”, ecc.) è simile a quello che possiamo provare quando siamo occupati in qualcosa che ci interessa particolarmente e qualcuno continua a disturbarci.
Impegnati ad esplorare gli oggetti messi a loro disposizione nel cestino, i bambini cercano di comprendere “cosa sono” quelle cose. Il loro grado di concentrazione e attenzione è davvero sorprendente. Osservando il loro comportamento possiamo intuire quand’è il momento in cui hanno bisogno di condividere con noi l’esperienza, ad esempio se ci guardano, ci offrono un oggetto, ci sorridono o ci vengono incontro.
Una risposta attenta, premurosa e poco invadente, sarà il sostegno emotivo adeguato ad incoraggiare e proseguire nel gioco.